C’era una volta
Riflessioni di oggi
Un tempo, subito dopo l’Unità d’Italia, i “Sedara” furono delegati a gestire il potere, poiché i “Gattopardi” avevano declinato a loro la responsabilità di portare avanti il paese.
I nobili dell’epoca erano fiaccati dalla loro stessa condizione di nobiltà, troppo sazi e troppo stanchi, alcuni a buon ragione anche vecchi per impegnarsi a portare avanti il bene e la cosa comune, occorreva pertanto una nuova classe dirigente a cui affidare le sorti del paese e purtroppo i loro figli non erano adeguati, avevamo perso i valori, la nobiltà appunto.
I Sedara, ambiziosi ed affamati di potere, non persero l’occasione è accettarono la responsabilità, a modo loro, di portare avanti il Paese; sono stati talmente bravi e riconoscenti al punto di fare fuori anche i loro stessi “Benefattori” e senza ulteriori scrupoli oltre al potere ne acquisirono anche le immense proprietà.
Occorre cambiare qualcosa per non cambiare nulla, diceva qualcuno.
Per capire chi sono i Sedara andatevi a leggere o a vedere il Gattopardo.
Corsi e ricorsi della Storia ….
Oggi viviamo una situazione ancora più paradossale, in cui tutti si lamentano di tutto e tutti, ma nessuno fa niente, anzi niente per niente.
Nessun nuovo progetto o idea di sviluppo, nessuna visione, nessun valore se non il “primeggiare” sugli altri.
Apparire solo apparire!! Apparire i più strani per “essere” i più cliccati.
Si sono persi molti valori. I pochi che hanno e avevano qualcosa da dire, o sono stati fatti fuori oppure sono stati costretti a mettersi da parte come i vecchi nobili per abbandonarsi, “accasciarsi” in un “ma cu, mu fa fari? Picchi haiu a cummattiri cu iddri e cu sti cosi! Lasciamoli perdere” ma in realtà a perdere non sono mai loro.
Il concetto di Polis si è andato a fare benedire, il rispetto dell’altro pure, il concetto di bene pubblico si è perso, il senso del servizio è stato tacciato di “clientelismo”, lo stesso concetto della cosa pubblica è cambiata in cosa “pubica”, la burocrazia impantana appositamente tutto.
Una volta si costruiva consenso facendo le cose, creando ricchezza, costruendo, innovando il paese, ascoltando e ricevendo la gente, una volta eravamo la quarta potenza economica del Mondo.
Una Volta.. oggi invece?
Una volta gente come Mattei, Andreotti, Craxi e Nicolosi non accettavano ingerenze esterne nella gestione dello Stato, l’idea di privatizzare le aziende statali come Eni, Enel e Alitalia non era in programma, anzi. Nessuno pensava di vendere ai privati ( Privati da miliardi di dollari di fatturato mah!! in grado di acquisire lo Stato?), quanti privati in Italia erano o sono in grado di acquistare aziende cosi grosse, a volte non si riesce a mantenere neanche una s.r.l. con due soci immaginiamoci di acquistare aziende come Eni o Enel!!
Nessuno in buona fede lo avrebbe mai pensato e invece, c’è l’hanno propinata come la soluzione migliore ( meno male che in Russia Putin è riuscito a bloccare in tempo Boris Eltsin )
Siamo addirittura arrivati a stimare persone integerrime “di pietra” diremmo oggi, ci hanno fatto pensare e appoggiare personaggi poi rilevatesi per quello che erano, (arrivisti, invidiosi, millantatori, adulatori, incapaci, ultimamente anche comici e taroccatori di curriculum), che con accuse infamanti, hanno fatto fuori come se fossero “avversari” ( Avversari di chi? nostri o loro- sicuramente loro) mostri sacri della politica nazionale, uomini e valori che avevano fatto grande l’Italia nel dopo guerra.
Accusatori seriali e aspiranti apriscatole .
Ultimamente pare che anche gli apriscatole si siano “seduti” ed alcuni abbiamo preso il posto addirittura dei “Sedara” e pare anche che oggi si accusino uno con l’altro per non essere mandati a …… nonostante i due mandati già fatti.
Uomini che avevano buttato le basi per un Europa unita. Unità di Valori, non di valore o valuta. Non a caso si scelsero i simboli Mariani. Il cerchio delle dodici stelle su sfondo azzurro.
Uomini anzi alcuni anche galantuomini, accusati e infangati da calunnie, che in base in quale zona dell’Italia abitavano venivano accusati o di corruzione per quelli del nord o di mafia per quelli del sud.
Ci hanno fatto credere addirittura che i nostri Capi di Governo si prostravano a pericolosi mafiosi delinquenti e che addirittura alcuni furono costretti a baciare i mafiosi in senso di sottomissione.
Accuse che poi si sono rivelate infondate, spinte e motivate dal solo desiderio di prendere il posto dell’altro, il posto dell’accusato ( accusato ingiustamente alla luce di quanto si è accertato in questi ultimi 20 -30 anni) accuse successivamente prive di ogni riscontro giuridico o fondamento, ma purtroppo molti sono anche morti di “Abbili”.
Io in quel periodo ero un giovane, poco più di che ventenne, un giovane creativo, che faceva esperienza a Palermo, si, in quella Palermo. Lavorando nel mondo della comunicazione, prima come autore di un mio programma di sport motoristici (Strade’89), poi come operatore in una prestigiosa Tv regionale e successivamente nell’unica casa di produzione broadcast dell’epoca, a volte facendo il cameraman, a volte l’assistente di produzione o il produttore esecutivo, a fianco dei migliori cronisti di allora.
Ho avuto modo di seguire e documentare in prima persona alcuni fatti, situazioni a volte grottesche che poi hanno portato a non fare cronaca ma ad occuparmi e produrre solo buone notizie.
Io registravo le immagini “loro” mettevano il sonoro, la loro versione di sonoro.
Non sempre ciò che riprendevo veniva raccontato per quello che “registravo” con la telecamera.
Fu in quel periodo che cominciai a notare che tutti i Tg erano uguali, e fu proprio in quell’anno che ho appreso e compreso anche il perché!
Lo compresi durante una delle tante udienze del Processo Andreotti, eravamo “accampati con i mega camion delle produzioni, dietro l’ampio slargo dell’Ucciardone, il carcere di Palermo, nei pressi dell’aula Bunker. Ogni mattina si era soliti incontrarsi intorno alle 9 nel tavolo del bar li vicino, lì si definivano i palinsesti dei vari TG, i più bravi ed esperti dicevano cosa avrebbero fatto e tutti gli altri li copiavano, adesso non so in quale bar ci decida il tutto, ma credo che il sistema non sia cambiato.
Già all’epoca si interpretavano le notizie in base alla propria inclinazione politica, si manipolavano le notizie in base alla propria “coscienza”, si travisavano e raccontavano i fatti in maniera diversa, tanto a iniziare a pensare che l’unica e vera informazione fosse quelle delle “candid camera”, poi qualcuno si invento la “camera evidente” convincendo la gente che se c’era la TV, la notizia doveva essere per forza vera! Poi fu Ciaravolo a spiegarmi nel suo libro “Non stinge, ma Finge” la pragmatica della comunicazione. Il primo ed unico libro con due copertine.
Torniamo un pochettino indietro lasciamo la comunicazione e torniamo agli uomini.
Una volta negli uffici pubblici il rispetto e il concetto di servizio era vivo, il cittadino entrando negli uffici, attraversando corridoi lucidi e pulitissimi come i pavimenti di casa, veniva accolto, coccolato fatto sentire a casa. Si perché gli uffici pubblici erano la seconda casa dei cittadini.
Io da piccolo, quando andavo a trovare mio padre in ufficio, entrando nell’imponente Palazzo della Provincia, vedevo lui e i suoi colleghi a volte anche in divisa, accogliere le persone, più o meno in questa maniera:
“.., Buongiorno chi avi bisugnu? Cu cu avi a parlari? Si un attimo ca ci lu accumpagnamu!
Oppure, a seconda da chi si presentava:
“Prego, in cosa posso esserle utile? Con chi desidera parlare? Che cosa ha Bisogno? e poi si completava la conversazione con “Prego un attimo lo accompagno.”
Oggi tutto quanto è stato cancellato addirittura oggi sarebbe tacciato per clientelismo e i corridoi non sono più lucidi come una volta, anzi sono proprio sporchi, si è perso pure il decoro di quei luoghi.
Io ancora ragazzino vedendo questo modo di fare o questo “modus operandi”, pensavo che gli utenti fossero tutti “amici di mio Padre, sin quando, un tantino più grandicello, incuriosito della “quantità” degli amici di mio padre, ( tra parentesi tutti gli utenti dell’ufficio o la quasi totalità di essi) gli chiesi come mai accompagnava sempre a tutti e lui mi rispose ” Sono persone che hanno necessità di risolvere problemi, faccio prima ad accompagnarli dalla persona giusta, anziché fargli andare avanti e indietro per i corridoi”.
Una volta gli chiesi pure : “ma sono amici tuoi?” lui mi rispose: “No, perché se vai in un negozio di fanno girare a zonzo o ti accompagnano nel reparto giusto?” e io risposi ” No certo si fa prima se qualcuno mi accompagna“.
Appena compii 18 mi diede la tessera della DC, che io ovviamente buttai in cassetto. Quasi schifiato per quello che sentivo in TV ( le immagini ovviamente raccontavano altro).
Oggi invece se ti va bene qualcuno di risponde a telefono, dicendo “mi dispiace il dottore è impegnato provi chiamare dopo” .
Ultimamente con molta nostalgia e qualche magone, sono (da anni) in cerca di quella tessera, non l’ ho ancora trovata, ma mi ricordo ancora il simbolo.
Il simbolo dello Scudo Crociato. Oggi sono in cerca di uno scudo, uno Scudo qualsiasi che difenda me e miei cari dalla Ipocrisia e dalla falsità che circonda non solo il mio mondo ma il Mondo di tutti.
Vorrei avere lo stesso scudo di cartone come quello che mi costruivo da piccolo per giocare ai Paladini oppure quando immaginavo di essere Federico II.
Oggi vorrei uno scudo, anche di plastica riciclata ovviamente a emissione zero, non solo per continuare a giocare e immaginare ma per difendere e difendermi dagli ipocriti ed dagli incapaci.
Oramai sono 30 anni che non mi occupo più di cronaca , questa cartolina fa parte di una serie di cartoline che fu la prima di una lunga serie auto-produzioni che raccontano una Sicilia diversa da quella che raccontano gli altri.
Avendo saputo che Salvatore Cuffaro sarebbe andato a presentare un suo libro a Palma di Montechiaro il paese dei Gattopardo, si dei gattopardi da cui è iniziato il mio racconto appunto, sono andato appositamente per chiedergli, il perché della Nuova Democrazia Cristiana, eccovi la sua risposta, integralmente e senza nessuna interpretazione o manipolazione.
La Democrazia Cristiana è il partito di Sturzo, il partito di De Gasperi, in Sicilia il partito di Alessi, di Piersanti Mattarella, di Rino Nicolosi, il partito di Calogero Mannino.
Noi abbiamo ripreso il filo di una storia, abbiamo ripreso il filo di una storia che è cessata di esistere nel sistema politico nel 93 e abbiamo voluto riproporla perché i valori e gli ideali della Democrazia Cristiana oggi più che mai sono i valori fondanti e valori che trovano nella nostra società una possibilità non soltanto di essere ripresi, ma soprattutto di essere portati avanti con grande disponibilità nella parte degli elettori.
La Democrazia Cristiana perché è un partito ideale, perché non si può per business, non si può votare per protesta, non si può votare soltanto per rapporti personali, bisogna votare un’idea, bisogna votare un valore, bisogna votare una scelta politica, la Democrazia Cristiana si vota perché è un’idea.
L’idea della dottrina sociale della Chiesa, di idea di un partito che ha ricostruito il paese che oggi vuole ricominciare ad essere utile in Sicilia.
Un partito che difende valori portanti in cui noi crediamo, il valore della famiglia, il valore dell’accoglienza, il valore della solidarietà, il valore del sapere che è la disponibilità nei confronti dell’altro viene prima di qualsiasi altra cosa, una scelta che ci appartiene come retaggio storico culturale che i nostri giovani stanno riprendendo.
Si deve votare Democrazia Cristiana perché è un partito che ha fatto ammenda dei propri errori, Partito che ha pagato un prezzo così alto per avere commesso degli errori che ha ragione di difendere oggi il diritto di esistere.
Per riparare agli sbagli che abbiamo fatto non soltanto abbiamo scelto di ripercorrere una strada fatta di grande rigore morale, di grande coraggio di grande passione. Abbiamo affidato tutto questo a giovani e donne che mai hanno avuto rapporti con la politica.
Le liste della Democrazia Cristiana, sono tutte liste di persone nuove, c’è tutta gente che propone la propria candidatura all’insegna del servizio e sono tutte all’insegna di una presenza che sappia ascoltare le persone, non chiediamo alla gente di ascoltare noi che parliamo, vogliamo dare alla gente la nostra disponibilità ad ascoltare Loro che possono raccontarci le loro istanze, i loro desideri, i loro bisogni, le loro scelte di come vivere una vita che diventa sempre più complicata.
La Democrazia Cristiana è un partito che ama questa Terra. Una terra complicata, una terra martoriata, una terra difficile, ma proprio per questo meritevole di essere amata e meritevole di essere servita con un supplemento di amore e di coraggio.
Ecco la Democrazia Cristiana vuole essere tutto questo e tutto questo vuole essere racchiuso in una scelta che è quella del nostro simbolo che gli elettori ritroveranno nella scheda elettorale.
Dopo 40 anni il simbolo della Democrazia Cristiana torna nella scheda elettorale e chiediamo agli elettori di apprezzare questo sforzo che stiamo facendo e di dare una possibilità ai tanti giovani che stanno aderendo di poter riportare in politica non soltanto la passione e il coraggio, ma anche quella grande scelta di legalità che forse nel passato molti, compreso me, non hanno saputo ben rappresentare e che oggi invece deve diventare per tutti noi la prima scelta di impegno politico.
Questi motivi per cui votare Democrazia Cristiana.
Questo mio delirante articolo non è un invito a votare DC ma bensì ribadisco, invitarvi a riflettere con le vostre teste, un invito a riflettere senza farvi condizionare da quello che ci raccontano in Tv o sui fantomatici social.
Giuseppe Cannavò